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Capitale dello Stato Stoccarda

Istituzione culturale

Lapidario comunale

Indirizzo e accessibilità

Indirizzo

Städtisches Lapidarium
Mörikestraße 24/1
70178 Stuttgart

Indirizzo postale

Städtisches Lapidarium
70161 Stuttgart

Modifica degli orari di apertura:

Durata delle luci invernali 29.11.2025-18.01.2026 Apertura: Ven. - Dom. dalle 17.00 alle 20.00, cioè aperto il giorno di Santo Stefano (26 dicembre), chiuso: Vigilia di Natale (24 dicembre), giorno di Natale (25 dicembre) e Capodanno (31 dicembre), nonché Capodanno (1° gennaio) ed Epifania (6 gennaio).

Orari di apertura

Per gli orari di apertura esatti, consultare il  sito web del museo (Si apre in una nuova scheda).

Situato in un parco storico, il Lapidarium offre un approccio speciale alla storia architettonica e culturale della capitale dello Stato. Oltre duecento sculture e resti di edifici distrutti o demoliti della città sono esposti nel verde.

Oltre all'antico muro del giardino rinascimentale, gli oggetti più importanti sono i resti degli edifici più antichi di Stoccarda, tra cui il portale e le finestre della Vecchia Casa di Pietra (1286 circa), la facciata d'ingresso della casa del capomastro Heinrich Schickhardt (1596-1602) e il portale del grande mulino di Berg (1613). L'atmosfera di questo "libro illustrato in pietra" con terrazze, cortile con fontana e alberi secolari è unica a Stoccarda.

Il Lapidarium fu creato nel 1905 come parco privato da Karl von Ostertag-Siegle, sul modello di un giardino rinascimentale italiano vicino alla sua casa di Mörikestrasse. 45 anni dopo, nel 1950, la città acquistò il sito e, su iniziativa di Gustav Wais, vi istituì il Lapidario Comunale. Alcuni degli oltre 200 reperti esposti oggi provengono da edifici demoliti durante la riqualificazione del centro storico all'inizio del XX secolo, dall'ex proprietà reale di Villa Berg o da resti della Seconda Guerra Mondiale.

Il Lapidarium si trova in un quartiere residenziale. Vi preghiamo di rispettare la privacy dei nostri vicini!

Approccio

Spiegazioni e note

Crediti d'immagine

  • museo di stoccarda